Per festeggiare il compleanno di Brian May da oggi, posteremo in questo articolo la traduzione della biografia di Brian May scritta da Laura Jackson.

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1 capitolo: Colpito da una stella - parte 2°

Nel 1958 , all’età di 11 anni, Brian sostenne con successo gli esami che gli permisero di trasferirsi alla Hampton Grammar School e fu proprio qui che il suo appettito musicale cominciò ad aumentare; piuttosto ironica la cosa visto che l’atmosfera era proprio quella che contribuisce a far si che un chitarrista aggrotti la fronte…Brian ricorda: “ Ci costringevano ad imparare la musica classica e a riferire cosa ne pensavamo”.  
Tuttavia, diversi ragazzi appassionati di chitarra e desiderosi di imparare l’uno dall’altro, si sarebbero riuniti durante la pausa pranzo per provare insieme. 
Dopo aver dimostrato di avere un’attitudine speciale, Brian già dal secondo anno di scuola aveva formato un primitivo fan club, come ricorda il suo compagno di classe, la 2LA, Dave Dolloway:” Un giorno qualcuno mi disse nel corridoio della scuola che c’era un ragazzo nell’aula di geografia che stava suonando la chitarra, ed io incuriosito andai a vedere. Appena arrivai guardai dentro, Brian era seduto su uno sgabello in mezzo ad un cerchio di ragazzini che suonavano e cantavano un successo di Guy Mitchell intitolato “ I Never Felt More Like Singing The Blues”, ed io rimasi veramente sbalordito “. 
May e Dolloway divennero ben presto buoni amici e si sarebbero incontrati spesso a casa dell’uno o dell’altro, muniti di registratori, e impazienti di sperimentare nuovi suoni. 
“Era qualcosa di veramente spartano, come la maggior parte dell’attrezzatura di quel tempo, spiega Dave. “ Principalmente suonavamo materiale strumentale simile a quello di Les Paul, Chet Atkins, i Ventures e gli Spotniks. Brian aveva la sua originale Spanish acustica con il pick –up fatto in casa e io avevo la mia sei corde elettrica e il mio basso anch’essi fatti in casa. Così combinati, di solito io mi occupavo della prima chitarra e Brian suonava il ritmo. 
Avremmo registrato queste due parti insieme e poi, una volta riavvolta questa traccia pre-registrata, ci avremmo suonato sopra di nuovo. Questa volta Brian avrebbe suonato il mio basso fatto in casa, mentre io mi sarei occupato delle parti di batteria, costituita da tutto quello che potevo trovare da percuotere in casa, comprese anche le cappelliere di mia madre. I listelli del Meccano riproducevano il suono dei cembali”. 
Terminati gli anni ’50 andò ad aggiungersi alla crescente lista di eroi e di influenze di Brian il gruppo degli Shadows il cui pezzo “ Apache” nel luglio del 1960 era il più gettonato della classifica inglese. Quello che attirò l’attenzione di Brian furono in modo particolare lo stile e l’abilità del loro primo chitarrista, Hank Marvin. 
Hank Marvin osserva: “Con l’avvento del rock and roll, le chitarre elettriche divennero parte di noi stessi. Tutto ciò di cui avevi bisogno era di un basso, una batteria, due chitarre e di un cantante come Cliff Richard o come Mary Wilde per poter formare una band. Per di più, la gente cominciava a dimostrarsi partecipe, abbandonando il ruolo di semplici spettatori. E il fatto che la chitarra fosse uno strumento facilmente trasportabile voleva dire che, con l’aggiunta di un piccolo amplificatore, potevi esibirti quando volevi e dappertutto. 
Inoltre, da non dimenticare, il fattore immagine. La chitarra é un strumento frizzante e si addice alla perfezione al rock and roll suonato dai bianchi. Pensate a Elvis. Non occorre neanche saperla suonare bene. Può essere solo un espediente scenico studiato ad hoc. Non esiste un altro strumento uguale. Provate solo ad immaginare ad un tipo che suona la tromba con le gote gonfie!!!” 
Nel 1963 la febbrile ambizione di Brian fu di lasciar perdere la chitarra acustica e di dedicarsi a quella elettrica. Alcuni dei suoi amici avevano già una Fender o una Stratocaster. Un suo compagno di scuola, John Garnham, aveva una Colorama, per la quale Brian avrebbe dato l’anima pur di possederla, ma sebbene Harold e Ruth non avessero mai negato nulla al loro figliolo, non potevano permettersi il lusso di comprarli uno strumento di tale portata. Fu così che, con grande intraprendenza, decisero di costruirsela da soli. 
Nel mese di agosto i lavori ebbero inizio nella stanza degli ospiti. Ci impiegarono otto mesi per costruirla; e per conservare il ricordo di tutte le fasi della costruzione, Brian fotografò con diligenza tutte le fasi dei lavori. La chitarra che costruirono sarebbe diventata molto famosa negli anni a venire.


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