Queenheaven vi offre, grazie all'aiuto di Serena che ha tradotto questa intervista, un monologo di Freddie Mercury del 1977 al giornale Circus Magazine.

Il monologo contiene molte frasi celebri riportate poi da vari libri ed articoli.
Ma leggerle nel loro contesto originale, in un discorso più articolato, permette di conoscere meglio i Queen e Freddie Mercury in un periodo, il 1977, che fu cruciale per la band, visto che il fenomeno punk mise in discussione proprio le band come i Queen che facevano di un certo stile di musica il proprio cavallo di battaglia.
I Queen passarono indenni l'ondata punk, anche se il loro stile musicale ne risentì. Da allora abbandonarono la pomposità tipica dei primi album e gli arrangiamenti ultra complessi, preferendo una musica forse più semplice, ma inequivocabilmente con il marchio Queen.
Nelle prossime pagine, l'intervista. Buona lettura!!!

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Tempo fa, agli esordi, eravamo spesso paragonati ai Led Zeppelin. Se facevamo qualcosa di molto armonioso, eravamo i nuovi Beach Boys, se componevamo qualcosa invece di più heavy, allora ci nominavano eredi dei Led. Robert Plant era da sempre il mio cantante preferito e un giorno disse cose davvero belle sul mio conto. Disse che amava molto Killer Queen.

Avevamo sempre un target di conferenze stampa affollatissime, perché diventammo famosi molto in fretta. Ma, sai, trascorsero due anni prima di firmare insieme un contratto. Sentirsi dire che sei un fuoco fatuo, che non hai talento, e che tutta la tua carriera è stata un fenomeno progettato e studiato, ti distrugge. Non ho mai speso parole buone per la stampa musicale inglese. Ci hanno definito come prodotto da supermarket, e spesso insinuavano che a scrivere le nostre canzone non eravamo noi. Quando invece il marchio di fabbrica dei Queen è sempre stato quello di essere originali.

Io sono il primo che accetta le critiche costruttive. Ma le recensioni disoneste, dove le persone tutto fanno tranne che il loro dovere, quelle sono le prime cose che straccio e butto via. Mi annoio proprio quando certi giornalisti da strapazzo si pongono sopra gli artisti.

Non mi interessa di quello che i giornalisti dicono..noi abbiamo raggiunto la nostra piena identità dopo Queen II. E' come per i paragoni con i Beach Boys o i Led Zeppelin : è la combinazione di tutte queste influenze che ha dato vita ai Queen.

Non eravamo apprezzati dalla stampa durante il primo periodo perché i giornalisti non potevano mettere le loro grinfie su di noi, un po' come accadde a suo tempo con gli Zeppelin.

Un sacco di gente critica Bohemian Rhapsody, ma a cos'altro la puoi paragonare? Nominami un solo gruppo che ha composto un pezzo operistico. Sai, eravamo convinti che Bo Rhap sarebbe diventata una hit in tutto e per tutto. Certo, siamo stati costretti a un bel po' di compromessi, ma anche criticandola come hanno fatto, una canzone come quella rimarrà sempre la stessa.

Ci mettevamo sempre alla prova. Eravamo meticolosi a avevamo standard molto elevati. Se una canzone non poteva essere fatta bene, preferivamo piuttosto non farla del tutto. Eravamo la band più esigente del mondo, e abbiamo messo così tanto amore in ogni singolo album. Eravamo un gruppo costoso ; siamo riusciti a infrangere molte regole. Non è comune unire l'opera con un tema rock, mio caro. A, a quel tempo non avevamo un vero budget. Il nostro manager rabbrividì quando gli mostrammo il conto. Eravamo prodighi fino alle ossa, ma tutti i nostri soldi venivano sempre investiti in un nuovo prodotto. Siamo andati oltre per ogni album dei Queen. Ma questi sono i Queen. Se la gente dicesse, Il nuovo album somiglia proprio a A Night at the Opera! , io lascerei tutto. Tu non lo faresti?

Dopo Sheer Heart Attack, realizzammo che finalmente avevamo raggiunto un equilibrio. Ci sentivamo ormai senza limiti, senza restrizioni. ANATO comprese qualunque tipo di suono, da una tuba a un pettine! Niente era però eccessivo. Ogni singola molecola di ADATR - ogni nota - è nostra. E quando ora siamo sul palco, nessuna riunione, nessuna sessione : non cerchiamo di riprodurre cose stabilite ad un concerto.

Siamo stati tanto disprezzati dalla critica per il nostro show, cosi teatrale ed estroso. Noi pensiamo invece che in uno show ci debba essere un po' di spettacolo. Un concerto non è una resa di un album dal vivo. E' un evento teatrale.

All'inizio, indossavamo soltanto costume neri sul palco. Molto provocante e audace, mio caro. Poi, per cambiare, abbiamo introdotto il bianco, e da lì è stato un crescendo. Stone Cold Crazy è stata la prima canzone dei Queen ad essere stata eseguita sul palco.

Mi diverto con i miei vestiti sul palco : non è un semplice concerto quello che vedi, ma è una sfilata.

Mi vesto per uccidere”, ma lo faccio con gusto sopraffino. Il mio smalto per unghie? Prima usavo quello di Biba, ora uso Miners. Una passata , e sei perfetto. Se noi siamo bizzarri, allora non oso pensare come definisci i Tubes. Siamo un po' appariscenti, ma la nostra musica non è un unico grande rumore. Penso invece che siamo sofisticati. Mi piacciono le cose stile cabaret. Infatti, una delle mie prime ispirazioni venne da Cabaret. Io semplicemente adoro Liza Mannelli, è clamorosa. Il modo in cui recita e canta - pura energia. Il modo in cui le luci seguono e impreziosiscono ogni movimento sul palco. Penso che siano evidenti le analogie con l'energia e la prorompenza di uno show dei Queen. Lo vedi? Non è glam rock : alla fine seguiamo la tradizione dello showbusiness!

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Io sono per lo show che ostenta, e devo sempre convincere gli altri. Non sai quanto ho dovuto combattere per inserire Big Spender nell'ultimo tour.

Ci azzuffiamo per tutto, anche per l'aria che respiriamo!La verità è che siamo la più fottuta band di puttane, caro ! Siamo sempre sul punto di azzannarci. Una notte Roger era impazzito e lanciò tutta la sua fottuta batteria per il palcoscenico.

Per fortuna che mi sfiorò soltanto, avrei potuto rimanerci ucciso! Un'altra volta Roger spruzzò della lacca sulla faccia di Brian, in un camerino minuscolo. Alla fine arrivarono alle mani. Abbiamo tutti dei caratteri molto forti. Gli altri non amano le mie interviste. E sinceramente, a me non importa nulla delle loro. Sono molto emotivo ; penso che tra qualche anno potrei seriamente diventare pazzo!

La gente pensa che io sia un orco. Sul palco è vero, sono un demonio. Ma non sono certo un rifiuto della società. I miei genitori erano molto severi, in realtà. Sono nato a Zanzibar, il 5 settembre del 1946. Mio padre era un funzionario civile. Ho imparato a prendermi cura di me stesso al collegio. Tutti i bulli della scuola mi davano la caccia. Ero considerato la checca della scuola. Ho avuto la mia parte di scherzi scolastici. Questo è il massimo che posso dire. Mi sono diplomato al Baling College of Art , in grafica e illustrazione. Io ho disegnato i logo dei Queen. Ho semplicemente combinato tutte le creature che rappresentano i nostri segni zodiacali, e non credo nemmeno all'astrologia!

Penso che la melodia sia superiore dei testi che scrivo. Death on two legs è stato il testo più assurdo che io abbia mai scritto. è' cosi vendicativo che Brian si sente male a cantarlo. Non mi piace spiegare cosa penso quando scrivo canzoni. Penso che sia orribile, semplicemente orribile. Quando sarò morto, voglio essere ricordato come un musicista di un certo valore e sostanza.

Anni fa, ho inventato il nome Queen. E' solo un nome. Ma è regale, ovviamente, e ha un suono splendido. Mi piace essere circondato da cose splendide. Mi piace girare per le gallerie d'arte , ma sono un lavoratore duro e non ne ho mai il tempo. Ho comprato una casa a Londra che ho visto solo in fotografia. Lo so che è assurdo, ma non avevo tempo per andare in cerca di una casa. E avevo bisogno di un posto dove spostare i miei mobili e i miei vestiti. Voglio condurre una vita Vittoriana, circondato da una squisita confusione.

Non ci capisco niente di affari . Invece con i soldi sono senza speranza. Spendo semplicemente tutto quello che ho. Immagino che io abbia sempre vissuto in qualche modo l'affascinante vita di una star. Non è una novità per me spendere fino all'ultimo centesimo. Ma ora ho i soldi . Ho sempre saputo di essere una star, e ora il resto del mondo sembra essere d'accordo con me.

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