di Max Bell
I Queen proseguono con la seconda parte del loro News Of The World tour, concludendo con tre date all'Empire Pool, a Wembley, che sarà successivamente rinnovato e ribattezzato Wembley Arena. Circa trentamila persone si sono fiondate sui biglietti, al prezzo di £ 4,25 a testa, assaporando l'emozione di 'We Will Rock You' – nelle due versioni lenta e veloce – e 'We Are The Champions' – la degna conclusione di un set da una trentina di canzoni che si concludevano con 'Jailhouse Rock' e 'God Save The Queen'.
Una meritata pausa permise alla band di trascorrere serenamente le vacanze estive prima di riprendere le sessioni di registrazione con Roy Thomas Baker, di nuovo al suo posto di produttore, anche se per l'ultima volta. La decisione di separarsi da Mike Stone non fu del tutto unanime, ma Roy aveva appena terminato un album con il cantante Peter Straker, un caro amico di Freddie Mercury, ed aveva finanziato il disco finito. ‘This One's On Me’ riaccese la collaborazione tra Mercury e Baker, e presto tutti tornarono alla vecchia routine.
I Queen erano consapevoli che fare meglio di News Of The World non sarebbe stato facile, quindi decisero che un approccio più eclettico sarebbe stata la strada giusta da seguire. Da qui, forse, il titolo Jazz, un titolo che poteva costituire un suicidio commerciale o addirittura essere fuorviante. Tuttavia, i Queen erano così famosi che avrebbero potuto tirar fuori dal cilindro un qualsiasi titolo per il settimo disco. Ma l'ultima cosa che si può trovare in Jazz è proprio il Jazz.
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Nel luglio 1978, i Queen si rifugiano in Francia, negli stessi Super Bear studios vicino a Nizza e alle piacevoli spiagge della Costa Azzurra dove David Gilmour aveva completato il suo album di debutto da solista. Più tardi quello stesso mese, quando Brian May compie 31 anni e Roger Taylor 29, la squadra si sposta a Montreux ed ai Mountain Studios, parte del Casino Barrière di Montreux.
Freddie amava il Jazz Festival locale, cosa che potrebbe costituire il terzo, nonchè più convincente, motivo per il titolo finale. Freddie comprò i Mountain Studios per conto del gruppo, un buon investimento immobiliare, e si trasferì anche in un appartamento con vista sul Lago di Ginevra, un rifugio che descrisse agli amici come un angolo di paradiso. "Se vuoi la pace della mente, vieni a Montreux".
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Celeberrima la frase di Freddie Mercury che alla domanda di David Richards su cosa ne avrebbero fatto degli studios, rispose nel suo tipico stile 'butteremo tutto nel lago, caro, perchè avevi qualche altra idea?'' Volete sapere qualcosa di più sui Mountain Studios?
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In ricordo della presenza di Freddie Mercury a Montreux, dal 1996 una sua statua in bronzo decora la passeggiata sul lago; i suoi fan la mantengono sempre addobbata con fiori. A Montreux esistono altri luoghi collegati ai Queen e a Freddie Mercury. scoprili
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'Mustapha', scritta da Fred, apre l'album, ed è tra i pezzi più inusuali, con una melodia mistica, guidata dal pianoforte ed un testo quasi religioso che sembra incapsulare l'atmosfera di un magico bazar arabo - anche se la descrizione che ne dà una rivista, "movimentato rock ebraico", oltrepassa assolutamente il segno!
"Fat Bottomed Girls", di Brian, è un inno di lode deliziosamente sconcio, e racconta esattamente ciò che dice il titolo; Mercury la canta, con May ai cori. Pubblicato come singolo di assaggio in ottobre, questo disco è così spassosamente rock che è un vero piacere per il pubblico. La sua popolarità è stata incrementata dal famigerato video, che alcuni ritenevano un po’ scandaloso, che ha accompagnato la canzone abbinata al lato A, "Bicycle Race", che vedeva 65 modelle nude in sella a delle biciclette presso il Wimbledon Greyhound Stadium; l'album originale con copertina apribile includeva il poster di queste ragazze come mamma le aveva fatte. Al completamento delle riprese, i fornitori delle biciclette Halfords si rifiutarono di ritirare le selle ed insistettero affinché la band pagasse per le sostituzioni. Tutti in sella!
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Se "FBG" era una canzoncina che non possiamo di certo definire puritana, la "Jealousy" di Mercury è al polo opposto, un’analisi oscura del mostro con gli occhi verdi (come viene chiamata la gelosia, NdT). Questo è uno dei testi più personali del cantante, con un arrangiamento esaltato dalla chitarra acustica di May e dall'effetto sitar ottenuto posizionando il filo del pianoforte sotto i tasti della chitarra per creare una sorta di ronzio.
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"Bicycle Race" è stata scritta a Nizza, dopo che Freddie ha visto una tappa del Tour de France, vinta dal debuttante Bernard Hinault. Traccia più complessa rispetto al suo brano gemello, presenta un segmento intermedio in cui tutti e quattro i membri dei Queen suonano vecchi campanelli di biciclette. La canzone può essere interpretata come intuizione dello stato d'animo di Freddie nel 1978 e si estende in una discussione su questioni inerenti a opinioni diverse, sebbene i riferimenti alla cocaina e alle iniquità dei dazi fiscali britannici siano abbastanza chiari. Complessivamente parla di caparbietà e della mancanza di interesse dell'autore nella politica di tutti i giorni, con un cenno alla "Taxman" di George Harrison.
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"If You Can’t Beat Them" di John Deacon è diventato una popolare hit rock negli standard della band, portando avanti una linea di pensiero diversa da quella di Freddie, con un messaggio che esamina i pericoli dell'industria dell'intrattenimento e i vari modi in cui il denaro viene sprecato. È quel misto di cinismo e levità quasi isterica che caratterizza Jazz.
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La canzone di chiusura del lato A, "Let Me Entertain You" (ora, chi ha preso in prestito quel titolo?), di Mercury, è un'altra consapevole analisi del business musicale, una sorta di sputare nel piatto in cui si mangia, con un soffio di quella decadenza che era diventato luogo comune per i gruppi rock di élite in giro per il mondo.
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La 'Dead On Time' di May fa riferimento alla sua canzone di apertura dell'album di debutto dei Queen, 'Keep Yourself Alive', anche se non venne mai eseguita sul palco per intero. Il tono fatalista è accentuato dalla registrazione di un tuono da parte di Brian, e accreditato come gentile concessione di Dio, un momento significativo di spiritualità su un album che sembra essere una lotta tra quel soggetto e gli aspetti negativi della fama.
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La sublime "In Only Seven Days" di John mostra le sue capacità di cantautore e la sua abilità nell'affrontare un argomento romantico, anche se non con la sua voce, dal momento che questo membro così privato dei Queen non ha mai cantato nell'album. La 'Dreamer's Ball' di Brian, scritta in parte come tributo al suo eroe d'infanzia Elvis Presley, morto l'anno precedente all'età di 42 anni, contiene un messaggio sulla perdita. È uno dei pezzi più dolci del chitarrista con un tocco di profumato swing di New Orleans.
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L'onnipresente disco music dell'epoca si stende anche su ‘Fun It’ di Roger, un vero pezzo per stare bene senza alcun messaggio sociale apparente, oltre quello di andare a godersi la vita, con il suono inconfondibile del Syndrum – recente aggiunta al kit del percussionista. Probabilmente Roy Thomas Baker ha raccomandato a Roger quell’effetto particolare della batteria, dopo che il produttore aveva lavorato con lo specialista delle pelli dei The Cars, David Robinson, pochi mesi prima.
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"Leaving Home Ain’t Easy" di Brian è un altro rimando allo stile di vita della rockstar, gli alti del livello dei consensi, controbilanciati dai bassi della vita in tour – un circolo in cui i Queen erano ormai rimasti intrappolati.
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Ma l'euforia torna quando la ‘Don't Stop Me Now’ di Freddie, registrata nella soleggiata Berres-les-Alpes, li restituisce alle armonie vocali densamente strutturate che escono fuori dalla puntina del giradischi e ravvivano gli ascoltatori. Un ritorno ai vecchi tempi del glam rock, la canzone di Mercury spacca, sia a livello vocale che al piano; è una gallina dalle uova d’oro.
Hit da top ten nel Regno Unito del 1979, la canzone è cresciuta di statura da allora, oltre a diventare un vero e proprio riempipista da matrimoni. Un inno edonistico scritto in grande, come se Mercury stesse dicendo: “guarda, faccio tutto ciò che mi piace”, la canzone contiene una certa paura per gli altri membri della band, sinceramente preoccupati da la propensione del cantante a dire a tutti: "Non siamo forse il gruppo più assurdo di tutti i tempi?”. D'altra parte, il fascino duraturo del sentimento non poteva essere negato. Da allora è diventata una delle loro canzoni più amate, nonché una dichiarazione postuma piuttosto toccante sull'uomo che l'ha scritta. L'incredibile assolo di chitarra è un altro motivo per cui questo pezzo fa parte delle dieci canzoni più amate dai fan.
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La seconda composizione di Roger, "More Of That Jazz", mostra la sua crescente abilità su una varietà di strumenti, con una bizzarra sezione conclusiva che racchiude frammenti di altri brani dell'album. Una degna conclusione.
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Con l'album pronto ad uscire, i Queen, insieme a Elektra e EMI, organizzano una delle feste più sontuose del rock. Tenutasi a New Orleans, l'intrattenimento ricomprendeva lottatrici nel fango, nani, mangiafuoco, gruppi jazz e steel, ballerini zulù, ballerini voodoo, spogliarelliste, drag e uniciclisti. La festa divenne uno degli eventi più selvaggi mai organizzati da un gruppo rock. Trovi il racconto
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Pubblicato il 10 novembre 1978, Jazz fu l'album più lungo della band fino a quel momento. È diventato disco di platino negli Stati Uniti, e il loro amore per quel paese venne cementato con un altro tour invernale che li portò da Dallas a Inglewood e poi a casa in Inghilterra in tempo per Natale.
Il pubblico britannico non li vedeva da un po’, ma come al solito, valse la pena aspettare...
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