Queen + Adam Lambert - Lo spettacolo deve continuare.


Ma fino a quando è giusto andare avanti cosi?

La recensione del concerto di Piazzola sul Brenta e qualche pensiero sparso.

Al termine del tour europeo del 2015 ero convinto che il progetto Queen + Adam Lambert fosse concluso. Ebbi a dire a qualcuno del mio entourage (cioè al fido Dagoberto, più interessato a stanare una tortora dietro il calicantus che ad ascoltare le miei riflessioni sui Queen): “Mi mangio la bombetta se li rivedremo nuovamente sul palco”.

A novembre, Dagoberto, commentando l’annuncio del tour estivo, non senza sarcasmo, mi disse: “Ehi, novello Rockerduck, la bombetta è sul tavolo. Ed evita in futuro nuove previsioni. Poi ti chiedi perché gli altri entrano (o si imbucano, millantando tappeti rossi) nel backstage e tu resti sempre al bancone del bar (citazione dotta di Max Pezzali)”.

Non nascondo che, dopo aver divorato il copricapo, l’annuncio mi lasciò ben più di una perplessità.

Era davvero necessario un altro tour? Era davvero necessario che i Queen + Lambert portassero in giro per l’Europa uno show simile (se non uguale) a quello già portato in giro in tutto il mondo nei mesi precedenti?

Questo progetto, pertanto, non mi toccò le corde del cuore (e qui Dagoberto mi guardò con l’aria rassegnata) e pertanto fino all’ultimo rimasi in forse se partecipare o meno.

Chi segue queste pagine (e non perde tempo a criticare senza sapere cosa facciamo io e Rudy dal 1997… leggasi millenovecentonovantasette) sa che non siamo mai stati contrari al ritorno dei Queen, già dal 2002 e al recente arruolamento di Adam Lambert come vocalist.

Credo che la mia storia e la storia di queste pagine parlino chiaro. E se volete, qui a fianco, trovate anche qualche memories dei concerti con Lambert, a cominciare da quello del 2012 a Londra.

Le critiche, quando ci sono state, sono sempre state di natura artistica e mai di opportunità cosi come le lodi e i complimenti non sono mai stati improntanti al bieco servilismo o a qualche missione segreta in nome della Regina ma frutto sincero del mio/nostro entusiasmo per determinati momenti della storia dei Queen.

Pertanto, visto che la band suonava in una location caruccia e relativamente vicina, il mega direttore siderale (ah, che bei tempi quelli del forum. lo riapriamo?) accompagnato dal fido Gabry The Great Pretender e dal crociato (temporaneamente caduto in disgrazia) GSTQ, che per i Queen hanno affrontato trasferte ben più impegnative, hanno deciso di esserci. Del resto, è sempre un piacere vedere May e Taylor anche considerando il fatto che gli anni passano per tutti e non sia cosi certo rivederli a queste latitudini.

L’affetto per i Queen, per la loro musica e per ciò che rappresentano sono stati più forti del “timore” di vedersi un concerto uguale a quello di Milano del febbraio 2015. Il tempo è volato e il 25 giugno è arrivato in un baleno.

Con nubi minacciose, lampi e fulmini a farci da benvenuto nella provincia padovana (o patavina’), ci accorgiamo subito che l’ineccepibile organizzazione che una volta era il nostro fiore all’occhiello, è andata a farsi fottere. Ok, non è elegante ma Freddie would be proud di una affermazione del genere.

Dovevamo incontrare sei o sette persone per qualche saluto e qualche abbraccio. Abbiamo incontrato solo Capitan Navacchia. Quando si dice, fallire!!! Per fortuna era in buona compagnia e abbiamo limitato i danni. E che primizia ci ha raccontato!!!

La location ha sicuramente un certo fascino e si presentava piena. Un sold out che è sicuramente un bel biglietto da visita. Non mi interessa come e perché lo spazio fosse pieno. Biglietti venduti? Regalati? Poco importa. Anche questa volta gli italiani sono stati una platea degna della storia della band.

As usual, non commenterò le emozioni che il concerto ha suscitato, essendo consapevole che ogni persona presente lo ha vissuto a proprio modo e non volendo dire io cosa debbano pensare gli altri.

Qualcuno ha visto i Queen (si, i Queen.. ancora vogliamo perdere tempo e fiato con la questione del nome?) per la prima volta ed è scontato che abbia vissuto emozioni travolgenti.


Qualcuno ha visto Lambert per la prima volta e sono sicuro che l’impressione avuta sarà altrettanto positiva.

Qualcuno, più attempato, ha visto la band per l’ennesima volta ed è naturale che il giudizio del concerto sia “più ragionato” e meno di pancia (sebbene, e ve lo garantiamo, in quanto a pancia, io e Gabry siamo dei veri intenditori).

Qualcuno ha deciso, a priori di non venire o di rifiutare questa collaborazione senza nemmeno ascoltarla. Gli assenti, ancora una volta, hanno sempre torto.

Come era prevedibile, lo show è stata la copia dei concerti del 2015. Un paio di canzoni aggiunte e un paio di canzoni eliminate dalla scaletta. Uno concerto curato sicuramente nei minimi dettagli. Impianto luci di impatto, layout del palco imponente, maxischermo centrale. Tutto ottimo.

Poi la musica dei Queen, la musica che ci accompagna da anni e che ci accompagnerà anche in futuro, suonata da due mostri sacri.


E poi Lambert che ancora una volta, dimostra di saperci fare. Ironico, teatrale, oltraggioso e anche eccessivo. Veste dei panni che starebbero scomodi a tanti.

Ma non a lui. Interpreta Killer Queen con una mimica e personalità unica. 
Vi scandalizza perché si comporta da zoccola? (ops, siamo in fascia protetta)
Non dovreste, se sapeste di cosa parla la canzone. Quindi, nel contesto è perfetto.

Cosi come il cantato. Si vede che è il suo mestiere. Non sbaglia una parola, una nota. Certo, se si limitasse in qualche gorgheggio, sarebbe preferibile. Ma sarebbe ingiusto ridurlo a qualche urletto isterico.


Se dovessi dare un giudizio su di lui, prendendo in prestito un termine calcistico (magari in onore della neopromossa Spal che a sua volta è una citazione in onore degli amici Marco e Cinzia) direi che è stato assolutamente padrone del campo. Una presenza scenica davvero importante.

Certo, noi tutti eravamo a Piazzola per May e Taylor ma non possiamo negare che, dal 2012, Lambert abbia preso piena consapevolezza del suo ruolo sul palco. All’inizio era un cantante in prestito, timido che doveva svolgere il suo completino.
Ora è quasi la figura centrale dello show.

Ma internate chi lo veste! Il collare con tanto di guinzaglio che indossava all’inizio del concerto, abbinato alla maschera da saldatore, non si possono vedere! Enzo Miccio, pensaci tu!

Due ore di musica piena, suonata dal vivo, con qualche inevitabile imprecisione e qualche problema tecnico (su Last Horizon la chitarra più che miagolava gracchiava come un gabbiano con la faringite). Un copione già sentito ma sempre scorrevole, sebbene ad un volume audio non adeguato ad un concerto rock. May e Taylor sempre grandi. Nel corso del tour sono migliorati molto cosi come la loro affinità con Lambert.

Questa volta ho trovato Spike Edney, Rufus Taylor e Neil Fairclough un po' avulsi dallo show, limitati davvero al ruolo di turnisti.

Tutto bello quindi? 
Quasi.

Lo show paga sicuramente lo scotto di essere esattamente un déjà vu.

E’ dal 2005 che i Maylor ci regalano concerti con la stessa scaletta. Se all’inizio l’entusiasmo di vederli ti faceva dimenticare questo aspetto, a distanza di anni di sicuro l’appeal del concerto ne risente. Ecco perché dalle 4 date del 2005 siamo passati alla sola data del 2015 e 2016. Sold Out per fortuna, ma questa volta, tanta gente ha passato.


Dall’altro lato, ho trovato alcune canzoni rallentate oltre misura ed in generale ho notato la mancanza di mordente nell’esecuzione di svariati brani. May e Taylor suonano con il pilota automatico o se vogliamo con il “cruise control” inserito ed il concerto ne risente.

I brani in generale sono un po' “seduti”.
L’impressione è quella di un musical (critica che ho sempre formulato, dal 2014 ad oggi) piuttosto che un concerto rock. Ma nonostante questo, concerto godibile e piacevolissimo.

Però è ora che i Queen + Adam Lambert decidano cosa fare da grandi.

Lo spettacolo deve andare avanti, cantava Mercury. E deve essere cosi.

Ma per quanto tempo deve andare avanti in questo modo?

Per quanto tempo i Queen dovranno portare avanti questo progetto che altro non è che la solita autocelebrazione di se stessi?

Nel 2005 aveva un senso. Nel 2008 un po' meno e per fortuna ci fu il sempre poco considerato Cosmos Rocks a dare vigore alla band.
Nel 2012 il progetto con Lambert presentava un entusiasmo ed un’energia che aveva lasciato ben sperare nel futuro, energia che nel 2014/2015/2016 ha lasciato spazio ad un freddo sfruttamento della loro immagine e della loro musica.

Certo, se vogliono continuare a girare il mondo con il solito show, nessuno glielo vieta. La scoperta di nuovi paesi in sostituzione dei feudi storici dovrebbe però far pensare che, in qualche modo, i fans storici li stanno un po' mollando.

Se i Queen volessero continuare con Lambert, scelta più che scontata e condivisibile, dovrebbero trovare il coraggio di chiudersi in uno studio musicale e registrare qualcosa.

Allora si, con del materiale inedito, avrebbe senso che il progetto continui. Darebbe nuovi stimoli e anche i concerti ne guadagnerebbero in freschezza.
Del resto, lo spettacolo deve continuare. Ma non necessariamente con i soliti brani e con le solite dinamiche.

E tutto sommato, ne guadagneremmo tutti.

Anche Dagoberto che, nel frattempo, è riuscito a catturare la tortora che stava puntando da novembre.


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